Prende quota il ritmo della notte
 fra tamburi e canti di guru
 e sotto, sotto, sotto,
 sotto, sotto, sotto
 c’è quel movimento clandestino
 di cantine blues.
 Una volta, qui, c’era il bar Mario:
 l’han tirato giù tanti anni fa
 e i vecchi, i vecchi, i vecchi,
 i vecchi, i vecchi, i vecchi,
 sono ancora lì che dicono
 che senza non si fa.
 E, su, il controllo sembra un tempio,
 non sanno che siamo quaggiù.
 Il plexiglass sarà l’esempio
 e noi rischiamo
 molto, ma,
 qua proprio non se ne può più.
Le anime in plexiglass
 stanno ballando un tango.
 Le anime in plexiglass
 stan dimostrando
 come si fa uno show.
 Le anime in plexiglass
 stan trasudando fango.
 Le anime in plexiglass
 stanno insegnando:
 sgarrare non si può,
 sgarrare non si può,
 sgarrare non si può.
Camminando nel condotto sette
 si arriva nella New Carboneria:
 è qua, è qua, è qua,
 è qua, è qua, è qua
 che si può far l’amore
 certi che la ronda non ci sia.
 E poi c’è il capo
 che ci riempie l’aria
 con la Gibson che ha rubato lui
 e sopra, sopra, sopra
 sopra, sopra, sopra
 vanno avanti con lo show
 che è dedicato pure a noi.
 E su, in controllo, son tranquilli
 che replicanti non ce n’è.
 I vigilantes sono svegli:
 è dura stare al mondo nel 2123.
Le anime in plexiglass
 stanno ballando un tango.
 Le anime in plexiglass
 stan dimostrando
 come si fa uno show.
 Le anime in plexiglass
 stan trasudando fango.
 Le anime in plexiglass
 stanno insegnando:
 sgarrare non si può,
 sgarrare non si può,
 sgarrare non si può.

 
 		